La comunicazione è democratica, perché alla portata di tutti.
È fondamentale, perché è praticamente alla base di ogni aspetto della nostra vita professionale e privata.
La comunicazione, soprattutto, è precisa, dove la sua precisione è data dalle variabili che la compongono, alcune delle quali sono evidenti e controllabili, mentre altre a volte sfuggono al nostro controllo.
Ecco perché parliamo di stile comunicativo (o stile di comunicazione).
La definizione.
Lo stile comunicativo è la modalità con la quale ognuno di noi comunica.
Tale modalità include le parole ma anche i gesti, la postura, la mimica facciale e tutte le altre componenti che rientrano nella comunicazione non verbale.
Un po’ come per lo stile comportamentale o il cronotipo, lo stile comunicativo è un indicatore importante delle caratteristiche personali di chi lo utilizza, oltre che delle sue abilità.
L’importanza dello stile di comunicazione.
Conoscere il proprio stile comunicativo è un’informazione su noi stessi e sulle nostre modalità di comunicazione e di interazione con gli altri.
Riconoscere negli altri lo stile comunicativo adottato ci permette invece di confrontarci al meglio con chi abbiamo di fronte.
In entrambi i casi una corretta interpretazione dello stile comunicativo ci mette al riparo da incomprensioni nell’ambito del processo di comunicazione.
Conoscere e riconoscere uno stile di comunicazione (in noi e nel nostro interlocutore) è anche un eccellente indicatore di cosa possiamo aspettarci da una discussione o da un confronto, permettendoci di arrivare ad intuire addirittura come questo confronto potrebbe concludersi.
Le possibili modalità di comunicazione.
Gli stili di comunicazione riconosciuti sono quattro:
- passivo;
- aggressivo;
- passivo-aggressivo;
- assertivo.
Lo stile comunicativo passivo.
Le caratteristiche principali.
- sistematico evitamento del conflitto e del confronto
- propensione alla procrastinazione nel prendere decisioni o affrontare problemi
- atteggiamento remissivo
- inclinazione al vittimismo (ma mai esplicita nei confronti dei “carnefici”)
- mancanza di autostima e necessità di approvazione da parte di altri
- eccessiva propensione a obbedienza, arrendevolezza e disponibilità
- tendenza alla rinuncia
- forte disagio nell’esprimersi in pubblico.
Alcuni esempi dello stile passivo.
- occhi bassi e mai fissati sull’interlocutore
- movimenti delle mani o gesti manipolatori (tipo giocare con oggetti, toccarsi barba o capelli, eccetera)
- espressione assente o neutra
- copertura della bocca durante l’eloquio
- tono di voce basso, spesso con inflessione interrogativa o esitante ma con ritmo veloce
- postura curva o inclinata.
I rischi dello stile passivo.
- rinuncia ai propri bisogni ed ai propri desideri
- senso di inferiorità
- insoddisfazione
- depressione
- astio o aggressività (nei confronti di chi si ritiene utilizzi comportamenti manipolatori o di sfruttamento).
La comunicazione passiva in estrema sintesi.
Non vedo, non sento, non parlo.
Lo stile comunicativo aggressivo.
Le caratteristiche principali.
- discussioni caratterizzate da imposizione, giudizio e pregiudizio
- sopravvalutazione di se stessi e sottovalutazione dell’altro (in termini di opinioni, abilità, eccetera)
- comportamento improntato ad arroganza, intransigenza, autorità, prepotenza e critica
- nessuna apertura al dialogo ed al confronto
- scarsissima capacità/volontà di ascolto.
Alcuni esempi dello stile aggressivo.
- sguardo diretto, critico e giudicante
- tono della voce alto e ritmo rapido
- postura rigida e andatura veloce
- espressione minacciosa o accigliata
- gesti che esprimono aggressività (pugni chiusi, dita puntate verso l’interlocutore, contatto fisico (anche energico), mani sui fianchi, eccetera)
- tendenza a sminuire e addirittura ridicolizzare l’interlocutore.
I rischi dello stile aggressivo.
- impopolarità ed inimicizia da parte degli altri
- reazioni aggressive da parte delle “vittime”
- spreco di energie e risorse per primeggiare e prevaricare
- sentimenti di colpa per i propri comportamenti
- stato costante di ostilità, stress, irritazione, noia o impazienza.
La comunicazione aggressiva in estrema sintesi.
…io so’ io e voi non siete…(cit.)
Lo stile comunicativo passivo-aggressivo.
Le caratteristiche principali.
Si tratta di fatto di un mix tra i due stili precedenti, dove gli elementi dei due stili sono mescolati in un unico contesto.
Alcuni esempi di chi utilizza lo stile passivo-aggressivo.
- tono di voce esitante associato a sguardo fisso e minaccioso
- postura rilassata accompagnata da ampi movimenti delle mani o gesti manipolatori
- evitamento del confronto durante una discussione seguito da azioni risentite o addirittura sabotanti.
I rischi dello stile passivo-aggressivo.
- difficoltà di interazione a causa della confusione generata da comportamenti fuorvianti e di opposto significato
- frustrazione per l’incapacità di adottare una comunicazione univoca e costante nelle sue manifestazioni
- ostilità generata negli altri dal disallineamento tra il mostrare una (finta) apertura al dialogo ed il (reale) disinteresse ad interagire in maniera costruttiva ed aperta.
La comunicazione passivo-aggressiva in estrema sintesi.
Vorrei…ma non voglio.
Lo stile comunicativo assertivo.
Le caratteristiche principali.
- inclinazione all’ascolto attivo
- atteggiamento rispettoso dell’interlocutore e delle sue opinioni
- attitudine empatica verso l’altro
- apertura ad accettare giudizi e critiche
- capacità di riconoscere i propri errori e di assumersi responsabilità
- focalizzazione su fatti e dati anziché su giudizi soggettivi e pregiudizi
- abilità nell’esprimere opinioni (dissenso e rifiuto inclusi)
- disponibilità a proporre ed argomentare idee o opinioni.
Alcuni esempi dello stile assertivo.
- postura rilassata
- gesti che esprimono apertura e cordialità
- espressione comprensiva, attenta ed interessata
- sguardo diretto (ad esprimere attenzione anziché minaccia o controllo)
- atteggiamento calmo e riflessivo
- propensione a coerenza, realismo e positività
- tono di voce e ritmo adeguato al contesto ed all’interlocutore.
I rischi dello stile assertivo.
Nessuno!
Per quanto riguarda la comunicazione assertiva, infatti, è possibile elencare solo vantaggi:
- maggiore autostima e sicurezza
- serenità derivante dall’essere in pace con se stessi e con i propri valori
- gratificazione per la bontà delle proprie interazioni
- fiducia derivante dai risultati raggiunti
- apprezzamenti degli altri verso un atteggiamento positivo e comprensivo.
La comunicazione assertiva in estrema sintesi.
Parliamone, sono qui e ti ascolto.
Qual è il tuo stile di comunicazione?
Conoscere il nostro stile comunicativo presuppone una buona abilità di autoanalisi per interpretare comportamenti ed emozioni.
Riconoscere come comunica chi ci sta di fronte richiede invece grandi doti di ascolto e di osservazione.
Un lavoro magari difficile ma necessario se vogliamo identificare uno stile comunicativo per migliorare l’efficacia delle nostre interazioni.
Valutare le caratteristiche indicate in precedenza per ognuno degli stili comunicativi può comunque essere un buon punto di partenza per un successivo approfondimento.
Test per la definizione dello stile comunicativo.
Svolgendo le varie ricerche alla base di questo articolo ho trovato alcuni test che potrebbero servire allo scopo.
Si trattava però di test generici, nessuno completamente indirizzato alla definizione dello stile comunicativo.
Non ho ritenuto di inserire qui un link, ma l’invito è a effettuare una ricerca online ed eventualmente provare uno o più test che sembrano promettenti per ottenere alcune informazioni preliminari.
Prime informazioni che, mi sento di aggiungere, andranno comunque integrate con osservazione ed ascolto di se stessi e dei nostri interlocutori.
Due precisazioni.
Trovo rilevante sottolineare che gli stili comunicativi non sono (sempre) rigidi.
Ciò significa che le nostre analisi (o i nostri test) potrebbero mostrare corrispondenze in più di uno stile di comunicazione.
In questo caso può essere utile valutare quale stile risulta preponderante rispetto agli altri, che dovrebbe indicare quale stile utilizziamo con maggiore frequenza.
Aggiungo inoltre che lo stile comunicativo può anche essere influenzato dall’ambito nel quale viene utilizzato.
Importante quindi considerare anche questo elemento nell’ottica di una corretta interpretazione delle modalità di comunicazioni nostre o di chi abbiamo di fronte.
Ecco fatto!
Non ci resta che analizzare il nostro stile comunicativo e, al bisogno, quello utilizzato da chi abbiamo di fronte.
Non è una ricetta magica per il successo ma è sicuramente il modo migliore per accrescere le possibilità di ottenere un risultato (oltre che di vivere più serenamente!).
Conosci il tuo stile comunicativo?
Ti è mai capitato di analizzare quello del tuo interlocutore?
Pensi che queste informazioni possano esserti di aiuto nei tuoi rapporti personali o professionali?
Spero deciderai di lasciare un messaggio per farmi sapere la tua opinione.
Grazie e a presto.

Con il mio lavoro posso dare più valore al tuo tempo, rendere più semplici e leggere le tue giornate e permetterti di focalizzare attenzione ed energie sulle attività fondamentali per il tuo business o sui tuoi interessi privati. In breve, il mio obiettivo è essere, sempre, la giusta soluzione alle tue esigenze.